5, Febbraio, 2025

Anfiteatro sepolto. Una ferita aperta da 60 anni

Come sarebbe Imola senza la Rocca sforzesca? E come apparirebbe, a noi imolesi e a chi giunge da fuori per visitare la nostra città, se quella bellissima rocca fosse stata sotterrata, nascosta alla vista e alla memoria?
Gli interrogativi non sono oziosi contorcimenti mentali. Non in questo caso. Perché di un trattamento come quello appena prospettato per la Rocca sforzesca è stato oggetto un bene storico che per molti aspetti avrebbe, per la nostra città, l’antica Forum Cornelii, un valore analogo e forse ancora più significativo e caratterizzante.
Il 21 aprile del 1954, 60 anni fa, la giunta comunale approvò un progetto di lottizzazione che, superato nel 1957 il voto in consiglio comunale (tutti i presenti si espressero a favore; nel box riferiamo i loro nomi), portò, al termine del 1961, alla completa edificazione dell’area che ospitava l’anfiteatro romano, tra le vie Casoni e Guidaccio da Imola.
Maria Alessandra Gambetti Bizzi, presidente del Comitato per la valorizzazione dei beni archeologici della città di Imola, che bimbetta, sui gradini dell’anfiteatro andava a giocare, ha appena dato alle stampe L’anfiteatro romano di Imola (Editrice La Mandragora), dove raccoglie una bella mole di documenti e testimonianze che tratteggiano il percorso che condusse a quello scempio. «Per il vantaggio di pochi – scrive – la città di Imola è stata privata del suo più importante monumento che sarebbe ora una grande attrazione archeologica, storica, culturale, turistica e speciale attrattiva per spettacoli all’aperto».
Da esterno ad esterno del muro di cinta, l’asse maggiore dell’arena misura 108 metri, il minore 80,95. Il muro di cinta è spesso 3 metri e 40 centimetri. Gli ingressi all’anfiteatro erano 20: le 4 porte, 12 introducevano alle gradinate e 4 al podio o all’arena. Tutte le fondamenta sono costituite di ciottoli del Santerno collegati con malta di calce.
La scoperta dell’«unico grandioso monumento romano della città» risale al 1870. In un podere detto Pasticcia, di proprietà dei figli di Domenico Calamosca, venne alla luce e per tre quarti l’ellisse perimetrale venne potato in superficie. La mancanza delle risorse però bloccò gli scavi, suggerendo di re-interrare il bene e garantirne così una migliore conservazione.
Nel 1925 il soprintendente alle antichità per l’Emilia-Romagna pose il vincolo sull’area archeologica, confermandolo nel 1939, questo a sottolineare l’importanza del bene. Secondo una delle ipotesi in campo, sulle fondamenta in muratura parrebbe fosse infissa una struttura in elevazione in legno. Questa caratteristica farebbe dell’anfiteatro di Imola l’unico rimasto di tanti che c’erano in Italia all’epoca dei Romani.
Nel 1929 il soprintendente giunse a Imola per seguire gli scavi e i sondaggi che portarono a liberare l’ellissi dalla porta occidentale a quella settentrionale. Fu nell’occasione di detti lavori che vennero scattate le uniche e preziose fotografie che ne testimoniano le imponenti dimensioni ed il buono stato di conservazione.
Rimasti inattuati il riscatto o l’esproprio del terreno chiesti più volte dalla soprintendenza, e che furono invece condotti in terreni vicini, si giunge alla fine della guerra. All’ex podestà, l’ingegner Stefano Padovani, è affidato il progetto del piano di lottizzazione del podere Pasticcia. Viene avanzata istanza per la riduzione del vincolo e realizzata una progettazione che prevede una zona di 1.200 metri, circa un quinto di quella occupata, «destinata ai ruderi dell’anfiteatro da mettersi definitivamente allo scoperto».
Una commissione di titolati archeologi rappresentanti del Consiglio superiore delle antichità e belle arti compie un viaggio fino a Imola e dice che si può fare: la lottizzazione può partire col solo vincolo di rispettare il perimetro del monumento. «Fu l’errore più grande», commenta l’autrice. A quel punto il progetto cambia, diviene più audace, nelle planimetrie per magia il muro perimetrale si assottiglia a 2 metri e mezzo, la fascia di tutela sparisce, le case previste aumentano. L’obbligo imposto a chi andrà a costruire di non sovrapporsi ai ruderi viene ignorato senza che alcuno si preoccupi di farlo rispettare.
«Nel periodo in cui a Imola si decideva il seppellimento dell’anfiteatro… con il parere favorevole di enti preposti alla tutela dei beni archeologici», scrive Gambetti Bizzi nel suo libro, altrove, come ad Eporedia, a Rimini o ad Ancona, anfiteatri analoghi a quello imolese venivano recuperati e restituiti alla bellezza, alla memoria e alla vita delle città.
Nel piano regolatore approvato nel 1953 l’anfiteatro addirittura sparisce, ignorato nelle mappe e nelle discussioni, e il podere è trasformato in «zona residenziale semintensiva» in vista delle edificazioni che partiranno da lì a breve. Dato il via alla costruzione della abitazioni, le stesse che vediamo ancora oggi, dell’anfiteatro romano resta il solo ricordo di una via, come si deve ai defunti illustri.
Cosa si potrebbe fare oggi affinché l’anfiteatro imolese possa finalmente essere ammirato e studiato come merita? Innanzitutto auspicare, come fa Gambetti Bizzi, «che la Soprintendenza e il Comune di Imola insieme vigilino, più che in passato, per impedire, nel rispetto del vincolo, qualunque opera di consolidamento o ricostruzione che possa danneggiare i resti del monumento romano e che promuovano nuovi studi per stabilirne l’esatta ubicazione». Poi il Comune «potrebbe iniziare il recupero dell’area archeologica riscattando un edificio, liberando così un arco delle fondamenta, in attesa di un più ampio intervento urbanistico». Uno scavo in via Gottarelli, all’incrocio con via Anfiteatro e in via Guidaccio da Imola sotto cui si trova la porta occidentale, potrebbe permettere l’osservazione dei resti del monumento e controllarne la conservazione. Per testimonianza diretta, riferisce, almeno in una cantina è visibile il grosso muro romano. «L’importante è iniziare l’opera di recupero ricordando, ancora una volta, che l’anfiteatro è proprietà dello Stato e quindi dei cittadini imolesi».

Messaggio promozionale
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionaleSviluppo Siti Web e loghi
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img

Ti potrebbe interessare

Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img

Leggi la prima pagina

IMOLA

LUGO