5, Febbraio, 2025

Educare alla fede, convegno a febbraio

Si terrà nel pomeriggio dell8 e del 22 febbraio 2015 nei locali del seminario di Montericco il Convegno ecclesiale Diocesano voluto dal vescovo Tommaso Ghirelli per riflettere sul tema delliniziazione cristiana dei bambini e ragazzi nella Chiesa imolese. È don Paolo Ravaglia (foto) a chiarire obiettivi e percorso delliniziativa. In che momento della vita della Chiesa si colloca questo Convegno ecclesiale? «In esso confluiscono due strade. La prima è quella della nostra diocesi, chiamata ad interrogarsi, a tre anni dalla conclusione del sinodo, non su uno degli aspetti più importanti ma sulla missione più attinente la sua identità: annunciare il Vangelo ed educare alla fede. La seconda è quella dei vescovi italiani che, mediante lufficio nazionale per la catechesi, hanno pubblicato Incontriamo Gesù. Orientamenti per lannuncio e la catechesi in Italia. Il Convegno ecclesiale non sarà sul documento, ma una riflessione sulla realtà diocesana alla luce delle attenzioni più forti che emergono dalle linee guida della Cei». Quale sarà il titolo del Convegno? «Accompagnare a conoscere Gesù è il titolo scelto per questo evento che vuole rappresentare un momento forte per la vita della Chiesa di Imola. In esso si concentrano laccompagnamento, fatto di tappe e prossimità, di una tensione verso che si coniuga con il passo dellaltro; il conoscere, definito dal Compendio del catechismo della Chiesa cattolica come amorosa conoscenza (n. 80), non una scienza ma uno stare con; e soprattutto il centro dellannuncio cristiano, Gesù Cristo: ogni educazione alla fede ha in lui la sua ragione e il suo compimento». Come si svolgerà il Convegno ecclesiale dell8 e 22 febbraio? «Nellottobre scorso la riunione dei vicari ha deciso che al Convegno si dedicassero due momenti e per questo si è fatta la scelta di due domeniche, non consecutive, del mese di febbraio. L8 febbraio è in programma la relazione di fratel Enzo Biemmi della congregazione dei Fratelli della Sacra Famiglia, attualmente membro della Consulta nazionale per la catechesi e presidente dellequipe europea dei catecheti. Ci aiuterà ad entrare nellargomento e sarà come un allenamento per il lavoro di ascolto che costituisce la parte centrale dei lavori. Già dallultima parte dell8 febbraio infatti ma soprattutto nella parte più consistente del secondo pomeriggio, quello del 22, i laboratori saranno il luogo del confronto, della condivisione di esperienze e soprattutto di una riflessione su di esse. Come ho già detto incontrando sacerdoti e laici su questo tema, occorrerà evitare due rischi: da una parte lidea di dover consacrare unesperienza quale modello da smerciare o paradigma valido per tutti; dallaltra il risultato di avere una carrellata di esperienze che, come vetrine di negozio, non aiutano a crescere insieme sul tema. Prima delle conclusioni del vescovo, ci sarà una prima riunione in sala con una breve relazione sui lavori dei laboratori». Quali saranno i laboratori proposti? «Si tratta di otto punti che abbiamo ritenuto punti chiave per riflettere sulliniziazione cristiana alla luce del documento Cei. Questi i titoli dei laboratori: 1- Per educare un bambino ci vuole un intero villaggio. La comunità educante non delega la questione educativa agli educatori. 2- Memoria e sintesi: Chi è il catechista? Chi educa il catechista? Come si forma il catechista? 3- Intessere relazioni continuative e operose. Coinvolgimento dei genitori nelleducazione religiosa. 4- Una domanda, unoccasione propizia. Genitori e bambini tra zero e sei anni. 5- Come tirocinio globale. Metodi e contenuti dei percorsi di iniziazione cristiana: ascoltare, celebrare, servire e vivere la comunità. 6- Allenarsi a rendere ragione della speranza. Dopo la Cresima. 7- Nuovi inizi. Catechesi per e con i giovani. 8- A servizio della vita buona. Il ruolo di associazioni e movimenti ecclesiali per la maturità della vita in Cristo. Ogni laboratorio sarà guidato da due moderatori, i quali fanno già parte del comitato organizzativo. Colgo loccasione per ringraziare queste sedici persone della loro disponibilità». A che punto sono i lavori dellorganizzazione? «Prima di tutto si è insediato un comitato organizzativo, formato da una segreteria e un gruppo di persone disponibili a riflettere e far riflettere sul tema. Fanno parte di questo gruppo anche don Lindo Contoli e don Fabio Gennai. Nel mese di novembre si è chiesto ai parroci di presentare il Convegno al proprio gruppo di catechisti, educatori e animatori. È a loro che il vescovo ha scelto di indirizzare il proprio invito a partecipare attivamente, compresi gli educatori e animatori delle associazioni e dei movimenti ecclesiali impegnati in parrocchia. Fra questi sono emerse le disponibilità a prendere parte ai lavori del Convegno nelle due date indicate, compresi i laboratori: a questi abbiamo dato il nome di delegati. Non abbiamo indicato un numero minimo o massimo di delegati per parrocchia: abbiamo chiesto solo fossero persone desiderose di contribuire ai lavori del Convegno ed avessero la disponibilità di due pomeriggi da dedicare a questo. Chiaramente ci sarà anche chi dei due pomeriggi potrà farne uno soltanto: il pomeriggio dell8 febbraio è aperto a tutti e per partecipare a questo non si chiede di presentare i nomi precedentemente. Dopo il Natale, i delegati saranno raggiunti da una email nella quale indicheremo precisamente gli otto laboratori e chiederemo, nel tempo prima dell8 febbraio, di scegliere un laboratorio e confrontarsi sulla scelta con gli altri delegati della propria comunità per avere numeri più equilibrati possibile». Come ci si sta preparando al Convegno ecclesiale? «È convinzione del vescovo Tommaso che la preparazione al Convegno abbia un ruolo determinate per il suo svolgimento. I vicariati hanno organizzato, anche abbinandosi ed unendosi, almeno un paio di incontri pubblici. In molti è intervenuto don Lindo Contoli, presentando il contenuto dei primi due capitoli del documento. So che cè stata grande partecipazione, specialmente nel vicariato di Imola. Il secondo incontro è stato messo in calendario per gennaio e sono state fatte scelte diverse fra vicariato e vicariato». Quale lo scopo del Convegno ecclesiale? «Credo sia la domanda che si sono poste più persone. Prima di tutto mi sento di dire che partecipare al Convegno Ecclesiale sia risposta ad una chiamata che ci viene dal vescovo, alla quale possiamo decidere di aderire con fiducia. Forse alcuni si aspettano delle decisioni, delle regole nuove o delle direttive. Il Convegno ecclesiale non ha potere di stabilire delle regole! È uno strumento di cui la Chiesa di Imola, nella persona del suo pastore, ha scelto di avvalersi per riflettere su un tema non secondario del suo essere. Si verranno a creare però due cose alquanto preziose. La prima è la comunione ecclesiale: comunione per la missione e comunione nella missione. Abbiamo continuamente bisogno di scoprire che la bellezza dei diversi doni e carismi è per lunità e che, per quanto possiamo utilizzare metodi e contenuti diversi, collaboriamo tutti allopera dellevangelizzazione, che è della Chiesa ma, prima ancora, del Signore risorto. La seconda è uninsieme di idee, le quali torneranno utili a vari livelli: al vescovo per il suo magistero, allufficio per la catechesi per la sua attività di supporto e promozione nellambito diocesano, agli altri uffici per la pastorale, ai parroci per eventuali progetti e tentativi nuovi. E così via. Differentemente dal sinodo, non ci saranno proposizioni da votare né un libro da redigere, ma il mettere in circolo un modo nuovo di pensare quello che, con grandi sforzi e meriti, le comunità stanno già facendo».

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