5, Febbraio, 2025

Design + ambiente = Daniela Galvani

L’esperienza all’estero non è nuova per Daniela Galvani, che già durante l’università ha studiato ad Aarhus, in Danimarca. Una laurea a pieni voti in architettura nel 2006, da otto mesi Daniela risiede nella capitale austriaca.

«Sono Daniela Galvani, 27 anni, elementari ai Cappuccini, medie alle Orsini, scientifico Rambaldi Valeriani e infine laurea in architettura all’università di Ferrara.
Per gli studi universitari, la cui scelta è dipesa dall’interesse per questo ambito (anche se solo in seguito ho scoperto in me la passione per “progettare”), ho vissuto quasi 6 anni a Ferrara, interrotti da uno di Erasmus in Danimarca. Già a quei tempi il Nuovo Diario si è occupato di me per una mia creazione, “la sedia-forchetta”.
Una volta laureata ho fatto varie esperienze lavorative, prima per circa un anno come collaboratrice in un’azienda di Casalfiumanese, poi con architetti imolesi, cercando di fondere il lavoro con il tema che maggiormente mi stimola: architettura e design sostenibile. Pensavo che non avrei trovato riscontro di tutto questo a Imola e invece ho incontrato chi, in una piccola realtà come la nostra, mi ha saputa spronare verso una valida direzione. Ho collaborato con l’architetto Contavalli, con il quale stiamo tuttora portando avanti un progetto, e con lo Studio ArkLab: momenti ed esperienze che mi hanno dato una grande energia, permettendomi di continuare a seguire il tema della sostenibilità, portato avanti in parallelo con altri lavori come un workshop a Roma con Best up (www.bestup.it), che mi ha dato la grande possibilità, come ad altri colleghi, di esporre progetti al “Fuori Salone del mobile” di Milano nel 2008 e 2009 o l’interessante “Atelier di Resign”, dove abbiamo creato oggetti di design partendo da materiale di riciclo offerto da Manitese (www.resign.it).
Poi sono venuta a Vienna, dove abito dallo scorso ottobre grazie ad una borsa di studio Leonardo: l’esperienza si è conclusa alla fine di aprile, ma resterò in questa città  sino a luglio poiché nello studio in cui lavoro mi hanno proposto di prolungare la collaborazione iniziata con lo stage. Mi trovo all’Architekturburo Reinberg (www.reinberg.net), che si occupa da oltre 20 anni di architettura sostenibile, uno studio noto anche in Italia per aver vinto nel 2004 il “Premio internazionale architettura sostenibile Fassa Bortolo”. Lavorare qui mi allettava molto ed è stata la motivazione principale che mi ha fatto spostare da Imola: vi si affrontano  progetti, da piccole residenze unifamiliari a grandi complessi per uffici, tutto in chiave ecologica con l’applicazione di tecnologie come collettori solari, pannelli fotovoltaici, Biotop, ventilazione… insomma, tutto quello che comporta un’architettura attenta all’ambiente. Attenzione all’ambiente, sensibilità “naturale” verso la progettazione architettonica e il design, e la ricerca di un’etica sostenibile intrinseca all’architettura sono le linee guida che ho iniziato a “inseguire” già durante l’esperienza danese. In studio mi trovo molto bene, seguo un progetto di Modena Eco-office che l’architetto Reinberg ha sviluppato con Anab e alcuni collaboratori italiani. Il mondo del lavoro vero e proprio è diverso dalle esperienze che ho vissuto in Italia: l’ambiente è molto più familiare, condividiamo una cucina con frigo e una macchina del caffè, i colleghi a volte si presentano in ciabatte eppure, rispetto agli studi che ho conosciuto in Italia, qui c’è molta meno comunicazione e interazione durante le ore di lavoro.
Non ho avuto problemi di adattamento, né a Vienna né, a suo tempo, in Danimarca. Le lingue straniere mi piacciono,  le mie insegnanti del liceo sarebbero soddisfatte se mi sentissero! Qui si parla inglese un po’ ovunque, molto anche lo spagnolo, a volte l´italiano e… mi sto cimentando con il tedesco, anche se non lo trovo per niente facile e, diciamo la verità, non è nemmeno così gradevole né da ascoltare né da parlare! In ufficio con il “capo” parlo spagnolo, lingua che già conoscevo anche per tradizione familiare, con il capo-progetto parlo italiano e con gli altri colleghi inglese… E´molto bello, anche se a volte faticoso, esprimersi contemporaneamente in tre lingue diverse!
Vienna è una città molto interessante, meno costosa per certe cose rispetto all’Italia ed è una città che si “accende” appena vien fuori il sole… E’ cambiata radicalmente in primavera rispetto a come appariva nei mesi invernali. E´un grande vivaio di architetti, data la maggior facilità di trovare lavoro di quanto non accada in Italia; inoltre, i giovani qui vengono considerati una grande  risorsa, come mi pare sia giusto. In ogni caso io rientrerò a Imola per portare a termine alcuni lavori che ho in corso e per cercare di portare avanti con alcuni colleghi qualche progetto  riguardante la sostenibilità e la condivisione (co-housing, co-working). Non sarà facile far entrare nelle case questo tema che, invece, è davvero alla portata di tutti. Io ci credo e penso sia l´unica e la miglior strada da percorrere in campo edile. Con i colleghi italiani mi impegnerò perché questo sia realizzabile e nella maniera migliore. Siamo giovani “di belle speranze”, speriamo… A presto, Imola!
Daniela
[email protected]».

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