Guerra e pace nella riflessione delle Chiese emiliano-romagnole del ‘900

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Guerra e pace nella riflessione delle Chiese emiliano-romagnole del ‘900 analizza gli atteggiamenti di preti, religiosi e laicato cattolico di fronte alle due Grandi Guerre. Durante la Prima Guerra, cappellani militari nazionalisti e patriottisti, da un lato, parroci accusati di “disfattismo” perché volevano la pace, dall’altro, questi ultimi arrestati e processati. Di fronte al fascismo i cattolici emiliano-romagnoli non furono apertamente in opposizione ma non mancò di certo una crisi del consenso con la questione delle leggi razziali e l’ingresso nella Seconda Guerra Mondiale, dopo questo il modello del prete e vescovo italiano divenne Pio XII, l’uomo della pace. La presenza tedesca, tra il settembre e la primavera del 1945, in Emilia-Romagna si protrasse più a lungo. Qui avvenne la guerra fra tedeschi e fascisti contro partigiani, i vescovi e la Chiesa furono di riferimento per tutto il paese. Con questa opera si vuole rendere conto della ricchezza delle chiese della regione nelle persone, nelle realtà pastorali e nell’associazionismo.

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