«Voglia di ritornare a casa, voglia di vivere»

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Affrontando la lettura del carteggio di Peppino Casadio con la famiglia, durante il periodo della seconda guerra mondiale e della sua prigionia, si capisce che se le relazioni tra coloro che determinano le sorti dei popoli avessero il carattere non solo di rapporti tra le istituzioni ma tra persone, probabilmente anche i grandi conflitti troverebbero un approccio diverso. Quello che emerge da queste lettere è il rapporto con la famiglia, ma anche con il colonnello Pietro Testa, internato con i suoi soldati, e con il cappellano militare don Luigi Francesco Pasa, che si era offerto prigioniero per non abbandonare i soldati.

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